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Obreras sin patron
Nel maggio del 2003 le donne della Brukman hanno difeso la propria fabbrica contestando in definitiva la proprieta' privata dei mezzi di produzione

autore Kino-Nuestra Lucha
email knuestralucha@yahoo.com
citta' argentina
data 04/07/2003

nome del file ngv_arg_es_20030501_obr_sn_ptr_j.mpg
durata 00:21:00 (hh:mm:ss)
cd 29
grandezza 63.35 Mb
lingua es
mime type mpeg (video/mpeg)

Il 18 dicembre del 2001 nel quartiere di Buenos Aires al Sr. Jacopo Brukman abbandono' la sua fabbrica.
lasciando molti mesi di stipendi arretrati, debiti con lo stato, con le banche, con creditori privati e con i fornitori di servizi.
A partire da quel momento le 56 lavoratrici ripararono le macchine, pagarono i debiti garantirono i propri salari riassunsero i lavoratori dispersi e recuperarono i clienti
Nel maggio del 2003 queste donne hanno difeso la propria fabbrica
contestando in definitiva la proprieta' privata dei mezzi di produzione.




Stiamo facendo picchetti per impedire che rientrino i soggetti pagati dai proprietari della fabbrica e scortati dalla polizia. Ieri e' venuto un'altra volta Duhalde. (assembleista di san cristobal martedi 10 giugno 2003 06:50 am)
Stiamo facendo picchetti davanti a entrambi i lati delle gabbie di polizia per impedire che rientrino i soggetti pagati dai proprietari e scortati dalla polizia.
Ci sono operaie e studenti, lavoratori e assembleisti. Siamo un gruppo importante e deciso ma le operaie e tutti quelli che sono qui chiedono che sopraggiungano le altre organizzazioni, soprattutto quelle dei disoccupati.
Ieri sera e' venuto di nuovo Duhalde, segretario dei Diritti Umani della Nazione, a rendersi conto della situazione e si e' ripromesso di parlare con Beliz y Kirchner per quanto riguarda la repressione, e parlare con il nuovo giudice (Lucini) che ha rimpiazzato ieri Rimondi.
E' emerso che e' scandaloso che la Federale porti gruppi di persone nelle auto della polizia. Ha detto che si sarebbe adoperato per trovare una soluzione al conflitto. Si e' ripromesso di tornare oggi (credo dicesse alle 14:00).
I proprietari pretendono di avanzare verso una presa di possesso 'normale' della fabbrica, cioe' entrare e uscire quando vogliono.
La decisione ferma delle operaie e' di impedirlo e con il nostro appoggio, glielo imperdiremo. Dovranno reprimerci tutte le volte che vorranno entrare e uscire dalla fabbrica e questo si trasformera' in scandalo nazionale e internazionale.


comunicato stampa delle lavoratrici e dei lavoratori di Brukman, dopo la provocazione e la conseguente repressione da parte della Polizia Federal.
Comunicato: repressione e scandalosa azione illegale, della polizia di Buenos Aires a Brukman. Dai lavotari e le lavoratrici di Brukman . lunedì nove giugno 2003 ore 04.02 pm
Buenos Aires, 9 giugno del 2003 Comunicato stampa "scandalosa azione illegale della polizia federal"
Oggi, nove giugno 2003, un gruppo di cinque individui pagati dalla padronale, è antrata nella nostra fabbrica con la collaborazione e l'aiuto della Policia Federal, che gli ha garantito l'ingresso e il gli spostastamenti dentro una pattuglia. Lo hanno fatto a piccoli gruppi, cercando di coprirsi la faccia.Abbiamo riconosciuto in alcuni di loro alcuni dei soggetti che da sempreci perseguitano, arrivando fino ai nostri domicili quando ce ne andiamo dalla tenda.
Quando questo gruppo ha preteso di ritirarsi dalla nostra fabbrica con la custodia della polizia e della Guardia de Infanteria (celere), davanti al fermo ripudio delle lavoratrici e di chi ci appoggia, la polizia non ha avuto problemi ha coprire l'uscita di questi soggetti da Brukman. Non solo custodivano e appoggiavano un illegale operativo di polizia all'interno della fabbrica, senza nessun ordine giudiziale, ma hanno brutalmente colpito, chi sta difendendo il legittimo diritto al lavoro.
A causa di questa scandolasa situazione, questa mattina gli avvocati del Comitè de Accìon jurìdica della CTA, CORREPI, la Liga Argentina dei diritti umani, APEL, la Asociación Ex Detenidos Desaparecidos, il Centro Professionale dei diritti umani e altri gruppi, presentarono al giudice Rimondi oggi a mezzoiorno la richiesta di annullamento di tutta l'azione e l'immediato ritiro della polizia. Di fronte alla notizia che era stato rimpiazzato dal Dr. Julio Marcelo Lucini, si è sollecitato per avere un'intervista con lui.
Il giudice incaricato ha assicurato alle lavoratrici e ai suoi avvocati di non aver ordinato l'azione che si svolta oggi.

Denunciamo questo fare illegale della Polizia Federal in complicità con i padroni corrotti e la repressione di cui siamo stati vittime. questa si somma a tutte le provocazioni e irregolarità che accadono e nelle azioni giudiziali come in quelle della Polizia Federal.
Noi lavoratrici oggi abbiamo tentato di impedire questo sopruso, e continueremo a farlo, non permetteremo che si consumi questa frode dei padroni, con l'aito della polizia. abbiamo la iremovibile volontà di continuare a lottare per il nostro lavoro. con noi ci sono studenti, vicini, assembleisti e altri lavoratori he solidarizzano con la nostra lotta e che continuano fermi accanto a noi in questa lotta.
Continueremo a denunciare e a ripudiare le numerose intimidazioni, la repressione e le irregolarità delle quali siamo i soggetti, giusto nel momento in cui la legislatura Bonairense sta parlando della legge sull'espropriazione che ci ridarà la fabbrica e il lavoro. Noi lavoratrici, che abbiamo rimesso in moto la fabbrica dopo l'abbandono dei padroni, non permetteremo che la fabbrica torni nelle mani della padronale corrotta.

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buenos aires maio del 2003


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