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10 settembre 1994 sbirri in fuga
estratto da 10 settembre c'ero anch'io

autore Collettivo Video Leonkavallo
email
citta' milano
data 18/06/2002

nome del file ngv_ita_mi_19940910_leonka.avi
durata 00:05:00 (hh:mm:ss)
cd 8
grandezza 99.34 Mb
lingua it
mime type avi divx (video/avi)

estratto in qualita' migliore

Date: 09-14-94
Subj: articolo x il Manifesto
E mo', e mo', e mo', Moplen.
di SANDRONE (del centro sociale Leoncavallo)

Per una volta voglio saltare le descrizioni delle dinamiche di piazza per evidenziare quello che mi sembra il nodo della questione: un soggetto politico, nato attorno ai centri sociali e piu' in generale all'autoorganizzazione, ha rotto un divieto.

Non, banalmente, il divieto di una piazza, ma il divieto a esistere.
Un divieto a esistere che si e' manifestato per il Leoncavallo nei continui sgomberi, nelle interdizioni all'utilizzo di parchi e strutture pubbliche, nella condanna a non poter avere voce per esprimersi, luoghi per riunirsi, spazi per manifestare.

Questo divieto, espresso sempre dai blindati della celere e dalle carte bollate della questura, che piu' di una volta si era stati costretti ad accettare, mediando soluzioni politiche e sgomberi morbidi, per una volta in piazza e' stato rifiutato.

Cosa e' cambiato per noi, oggi? Siamo diventati un problema di ordine pubblico?
Lo eravamo gia', se tutti gli sgomberi erano stati gestiti da Roma e nessuno aveva ragionato sulla possibilita' dell'assegnazione di un centro sociale.
Evidentemente eravamo teppisti da lasciare in mezzo a una strada.

E allora, di cosa si stupiscono lor signori? Abbiamo forse perso degli alleati politici?
E dove erano questi alleati politici durante tutte le manifestazioni pacifiche che abbiamo fatto?
Dove erano quando venivamo cacciati come cani nei parchi della Martesana?

Si pensa forse che se La Rete, il Pds, Rifondazione avessero organizzato pacifici sit-in davanti al Leoncavallo, saremmo stati ugualmente sgomberati?

Io credo di no. Ma evidentemente, era rischioso. C'era il rischio di dover fare opposizione. E l'opposizione sembra non la voglia fare nessuno.
Non abbiamo visto nessuna "opposizione democratica" aiutare gli sfrattati di via Rilke a ottenere una casa, dopo mesi di condizioni disumane dentro un consiglio di Zona.
E nessun giornale ha pubblicato le foto delle manette messe ai loro polsi per aver osato fare un pacifico blocco stradale per ottenerle.
Non abbiamo visto nessuna "opposizione democratica" alla distruzione dei centri di prima accoglienza, delle baraccopoli degli immigrati.

I soggetti deboli, siano essi minoranze politiche non istituzionali, come i centri sociali, o i pensionati da spremere ancora nelle spire del biscione, non hanno piu' nessuno. Non hanno nessuno neppure gli studenti, con le tasse a un milione di lire l'anno e oltre, gli operai in cassa integrazione, i disoccupati, i mutuati costretti a pagarsi le medicine. Nessuno, tranne loro stessi, la loro voglia di difendersi e di non accettare.

Quel movimento che e' sceso in piazza sabato, fatto da tutti i centri sociali e le situazioni autorganizzate d'Italia queste cose le ha capite. Ha deciso di diventare opposizione, l'unica che rimane.
E quello che non si e' capito e' che questa opposizione, in qualche modo, sabato ha siglato il proprio atto di nascita.


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